Giubileo, famiglia rifugiati cacciata da una struttura gestita da suore: “Abbiamo dormito in strada”
Due moderni Giuseppe e Maria con il bambinello alla ricerca di un posto che potesse accoglierli in una Roma in fermento per il Giubileo. È la storia di Khaled (nome di fantasia ndr.) un ragazzo libanese di 35 anni che è stato messo alla porta da una struttura gestita da suore insieme alla moglie incinta e al figlio di appena un anno.
L'aiuto di un prete e la notte in strada
Lui da alcuni anni vive in Europa ed era riuscito ad aprile a far venire in Italia anche la moglie e il figlio. Lui palestinese e lei libanese, entrambi con lo status di rifugiati politici. I tre si sono trovati in grave difficoltà economica e senza un posto stabile dove vivere e i primi di ottobre sono finiti quindi in una struttura extra alberghiera gestita da suore. Il prezzo per 5 notti? 500 euro pagati a metà con un prete che aveva deciso di aiutarli. Finito il pernottamento Khaled si rivolge alle suore chiedendo di poter rimanere ancora, non avendo un altro posto dove stare. "Avevo paura per mia moglie e mio figlio piccolo– racconta Khaled – ho pregato tanto la sorella di darmi un aiuto, ero disposto a pagare. Lei invece mi ha detto non me ne frega nulla devi andartene".
La famiglia viene messa alla porta senza un supporto o una valida alternativa. Per una notte finiranno tutti e tre a dormire nei giardini di piazza Venezia. Khaled poi si rivolge ai servizi sociali che lo indirizzano allo sportello di Unione Inquilini. Parte così una serie di telefonate frenetiche per trovare un tetto a questa famiglia e impedire una ulteriore notte in strada. Alla fine verranno accolti in una struttura nel Municipio III grazie all'intervento di Francesca Danese del Forum del Terzo Settore
Questa storia, che non sembra essere una caso isolato, solleva un grande tema ovvero quello dell'accoglienza delle persone in difficoltà in una Capitale alle prese con i preparativi dell'Anno Santo. "Roma purtroppo è anche la città dei luoghi gestiti dalla Chiesa che affitta invece – spiega Silvia Paoluzzi segretaria nazionale Unione Inquilini – a turisti a prezzi di mercato, come le affittano gli hotel e quindi anche tantissime strutture ricettive purtroppo non sono destinate a coloro che sono in difficoltà, ma solo destinate al profitto".
I numeri
Secondo l'ultimo report presentato dall'associazione Ospitalità religiosa in Italia ci sarebbero 2.965 strutture, suddivise in quattro tipologie: gestione diretta di religiosi (45%), proprietà religiosa e gestione laica (38%), proprietà e gestione laica no profit (15%), proprietà e gestione laica commerciale (2%). Nello specifico il Lazio è la regione con il maggior numero di posti letto disponibili nelle sole strutture ricettive di gestione o proprietà religiosa e parliamo di 30493 unità.